In un mondo dove nessuno regala niente per niente, perché continuiamo a pensare che in Internet ci sia gente talmente buona e generosa da rendere gratuiti software, giochi o film che diversamente costerebbero svariati euro del nostro portafoglio?
E’ questo a cui dobbiamo pensare ogni volta che premiamo il tasto download su uno degli innumerovoli siti che ci promette di rendere free tutto ciò che invece è a pagamento.
Senza voler entrare nella parte etica della questione, e neanche delle eventuali conseguenze legali che queste attività possono comportare, affrontiamo la parte tecnica che in quanto centro di informatica ci compete.
Approfittiamo di una recente ricerca eseguita da Kaspersky sui video games scaricati più volte illegalmente nell’ultimo periodo.
Secondo Kaspersky, i cybercriminali approfittano della crescente richiesta di videogiochi per distribuire malware attraverso copie false dei prodotti più popolari“. Si parla di oltre 930.000 utenti colpiti da questi attacchi nei 12 mesi compresi tra l’inizio di giugno 2018 e giugno 2019. E il dato più eclatante è che più di un terzo degli attacchi si è concentrato su soli tre giochi. Nello specifico Minecraft, GTA 5 e Sims 4.
In pratica molti dei videogiochi di punta sono ospitati su piattaforme di distribuzione online non-ufficiali: difficile capire spesso se si tratti di titoli reali o file malware. Ecco quindi l’esplosione di malware che si fingevano “Minecraft” e che sono stati responsabili del 30% degli attacchi con oltre 310.000 utenti colpiti.
“Al secondo posto, troviamo GTA 5, che ha preso di mira più di 112.000 utenti. Al terzo posto Sims 4, con quasi 105.000 utenti raggiunti”.
Incorrere in un malware quando si utilizzando prodotti piratati non è certo una novità. In molti ricordano i tempi in cui i sistemi di protezione erano più deboli e l’antivirus si imbatteva in un Trojan quando si utilizzava un crack per un software piratato.
Anche gli hacker dei crack di videogiochi devono arrivare a fine mese e cercano quindi di ottenere qualche guadagno extra trasformando in bot i computer degli utenti o li rimpinzano di Trojan bancari.
E’ questo il principio del famoso cavallo di troia, un prodotto di nostro interesse, reale, utilizzabile, che però al suo interno contiene del software malevole, non sempre intercettabile ed intercettato anche dai migliori antivirus. Da un lato avremo risparmiato sul software, vero, ma dall’altro avremo in cambio un pc mal funzionante, rallentato, e quel che è peggio potrebbero venirci sottratte password di accesso su vari siti di nostro utilizzo, perché no, magari anche i dati della nostra carta di credito se la usiamo online.
Come evitare infezioni indesiderate dei dispositivi
Molti ci chiedono: mi consigli un antivirus BUONO. A prescindere dalla bontà dell’antivirus è fondamentale anche l’attenzone dell’utilizzatore. Un esempio che faccio molto spesso è quello della protezione di casa nostra: se acquisto la miglior porta blindata in commercio e i migliori sistemi di allarme, ma poi lascio la porta aperta, il ladro entrerà comunque. Ecco, andare online a ricercare software contraffato equivale a lasciare la porta di casa aperta.
Quando installiamo software, anche realmente free, non premiamo avanti senza aver letto bene cosa propone la schermata. Spesso i software free propongono in allegato al software principale diversi sottoprogrammi non utilii, se non deleterei per il nostro sistema ed è ovviamente consigliabile impedirne l’installazione.